FANTAGUA DE VALENCIA
non vorrei avere il fantasma di Valencia. però già si è formato. me lo ritrovo nelle tasche, negli scontrini che dicono Agua de Valencia, nel dorso della mano dove vedo scorrere le calles minori, e in una vetrina la darketta col caschetto scuro, che non lo usa per andare in moto ma per ripararsi dallo sguardo altrui. il fantasma è nei vestiti usati là, nella chitarra piena di sabbia della pineta, nelle canzoni come Malo Malo. Bene, bene, ti attendo in tutte le lingue, mio caro fantasma valenciano. Valencia, io ti ho amato per due settimane, ma mi resterai dentro per tutta la vita. non capita con tutte le città.
besos,
g
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🙂